Attrazioni principali e dove mangiare a Calcata

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martedì 22 giugno 2021

Calcata: la storia, cosa vedere, dove mangiare

La storia di Calcata si perde nella notte dei tempi. Arroccato su una rupe tufacea nella Valle del fiume Treja, a metà strada tra Roma e Viterbo di cui fa parte dal 1927, il paesino viene spesso descritto come un borgo medievale, comparendo nelle carte ufficiali solo a partire dall’VIII secolo, sotto il pontificato di Adriano I.

Ma entro i confini del Parco Regionale Valle del Treja, alla fine del 1800, furono scoperti i resti dell’antica Narce. Abitati già dalla media età del Bronzo (1400 a.C. circa), i tre colli di Narce, Monte Li Santi e Pizzo Piede furono abbandonati all’inizio del primo millennio a.C. Dall’inizio dell’VIII secolo a.C. la zona divenne importante avamposto della civiltà falisca. Una civiltà culturalmente affine ma non assimilabile a quella etrusca e forse ancora più antica. Popoli di diversa origine italica si stabilirono occupando i siti di Falerii (Civita Castellana), Narce (Mazzano Romano-Calcata) e Nepet (Nepi). Agli inizi del V secolo presso le anse del Treja è fondato un santuario legato alle acque e ai culti della fecondità, dedicato probabilmente a Minerva-Maia e a Fortuna. Ciò che rimane oggi sono degli strumenti sacrificali ritrovati in un pozzetto, probabilmente adibito a riti sacrificali.

Nel 2014 Il Parco regionale Valle del Treja ha promosso e finanziato dei lavori di riqualificazione: in questa occasione sono tornate alla luce più di 300 maschere dipinte, teste in terracotta offerte alle divinità del santuario e una serie di chiavi e spiedi in ferro. lungo il sentiero per Pizzo Piede è visibile un enorme monolite sul quale si notano degli scalini intagliati. Si può pensare che esso venisse utilizzato come torre di vedetta.

 

Nel borgo di Calcata alcune case di tufo risalgono al 1200, la piazza con la chiesa è di impianto rinascimentale ed il palazzo baronale è stato restaurato ed è ora proprietà del Parco. Al borgo si accede da un’unica porta, oltrepassata la quale si giunge a una pittoresca piazzetta dove si affacciano il Castello degli Anguillara, con la sua caratteristica torre ghibellina e la seicentesca Chiesa del SS. Nome di Gesù.

 

Dagli anni ’30 del Novecento il paese iniziò a spopolarsi a causa dei frequenti crolli della fragile rupe tufacea. Ripopolata negli anni ’60 dopo un lungo periodo di abbandono e dopo essere fortuitamente sfuggita all’ordine di demolizione, è oggi abitata stabilmente da meno di cento anime ed è conosciuta come il “Borgo degli Hippie”, “il Paese degli artisti”, la “Città che muore” (creando spesso confusione con l’altro famoso borgo viterbese di Civita di Bagnoregio). Infine anche come “il paese delle streghe” poiché, secondo antiche leggende, quando soffia il vento forte, per le stradine del borgo sembra risuonare il canto delle streghe.

Un’altra leggenda racconta che nel 1527 fu catturato a Calcata un lanzichenecco che dopo il sacco di Roma aveva depredato il Sancta Sanctorum di San Giovanni in Laterano, consistente nel prepuzio di Gesù, e lo avesse nascosto nella sua cella, dove fu scoperto nuovamente nel 1557. Da allora la Chiesa iniziò a venerare la reliquia, concedendo ai pellegrini indulgenze di 10 anni. 

Durante la vostra visita al borgo, noterete che gli artigiani sono i veri protagonisti della scena, tra chi restaura mobili, chi lavora la ceramica, chi il vetro. Di epoca arcaica resta un breve tratto delle mura e la cosiddetta “porta segreta”, il passaggio sotterraneo che dal lato ovest scende fino a mezza costa, rifugio per gli abitanti dagli assedi prolungati. Da visitare è la Chiesa del Santissimo Nome di Gesù, l'Opera Bosco che consta di più di 50 opere in materiali naturali, dislocati in circa due ettari di terra, un museo laboratorio all'aperto di arte contemporanea. E, per gli amanti della natura, è d'obbligo una visita nel Parco regionale Valle del Treja e alle Cascate di Monte Gelato. Calcata ha ottenuto la Bandiera Arancione, marchio di qualità turistico-ambientale per l’entroterra.

 

 

Mangiare&Dormire

 "Il Frantoio", "Il Caraponzolo", "Il Graal", "La Piazzetta", "Terra Mia" sono alcuni ristoranti dove potrete fare una sosta. Per un tè, invece, segnaliamo "Sala da The".

Se decidete di fermarvi ancora un po’, ecco qualche soluzione per dormire a Calcata:

Suite mille e una notte, Casa Odette, Casa Sole Luna, Calcata diffusa, La casa sulla Rupe, Il Granarone, Casa Nunù, Gisa, Stanza d’artista.

Come arrivare a Calcata da Roma

Per raggiungere Calcata da Roma, prendere A1/E45, Grande Raccordo Anulare/A90, SR2bis e SR2 in direzione di SP37 a Nepi. Prendere l'uscita verso Trevignano/Mazzano da SR2. Continuare su SP37. Prendere SP16b e SP17b in direzione di Via Luigi Cadorna a Calcata Vecchia. 

 

 

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