venerdì 30 aprile 2021
La Via Francigena, che da Canterbury portava a Roma, è un itinerario della Storia, una via maestra percorsa in passato da centinaia di migliaia di pellegrini in cammino per Roma.
A quell'epoca il viaggio non era una semplice avventura, esso portava con sé un aspetto devozionale: il pellegrinaggio ai luoghi Santi della Religione Cristiana.
Oggi siamo in grado di ricostruire questo itinerario grazie ad un documento lasciatoci da Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, che nel 994 scrisse, tornando da Roma alla sua diocesi, il diario delle varie tappe toccate durante il viaggio.
Si riscopre una strada che rappresentò l'unione e la comunicazione tra le varie culture e le idee dei diversi Paesi dell'Europa che oggi vede cadere le barriere, ma che già da allora esprimeva, anche attraverso i cammini lungo la Via Francigena, il desiderio e la volontà di essere unita.
Il cammino della Via Francigena attraversava le Alpi in Valle d'Aosta e scendeva dal Piemonte e dalla Lombardia nella pianura Padana, valicava l'Appennino verso Berceto, attraversava la Toscana e il Lazio per raggiungere Roma. Ancora oggi sono rintracciabili sui nostri territori frammenti e memorie di quegli itinerari che fondano la storia d'Europa.
Analizzandone una parte, indichiamo il percorso e le tappe della Tuscia: Proceno, stazione di posta, Acquapendente, tappa fondamentale per i pellegrini, grazie ad una preziosa reliquia portata dalla Terra Santa, oggi conservata nella cripta della cattedrale;
Bolsena, importante per il ricordo del miracolo del Corpus Domini, Montefiascone, centro medioevale noto per il suo vino; Viterbo che, sviluppatosi proprio grazie alla Via Francigena, divenne uno dei cardini dell'intero percorso,
Il passaggio della Via Francigena per Viterbo pose il problema dell'attraversamento dei Monti Cimini tentato, a seconda dei periodi, a destra e a sinistra del Lago di Vico.
Da una parte si incontra Ronciglione e la chiesetta di S. Eusebio, dall'altra, sono riconoscibili tratti dell'antico percorso tra i boschi di castagno nei pressi dell'Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino.
Si prosegue per Vetralla, dove una strada campestre conduceva alla chiesetta di Santa Maria in Forcassi, citata da Sigerico, quindi Capranica, Sutri, Monterosi, per poi abbandonare la Cassia per la Via Trionfale fino a Roma.