martedì 22 giugno 2021
Si narra che Ercole, semidio figlio di Zeus tra i più amati dal popolo etrusco, per dimostrare la sua forza agli abitanti del luogo che ne chiedevano una dimostrazione, scagliò nel terreno la sua clava aspettando invano che qualcuno riuscisse a smuoverla. Quando la estrasse usò tale forza che dal foro provocato cominciò a sgorgare tanta acqua che andò a formare il “Lacus Ciminus”, o come viene chiamato oggi, il Lago di Vico.
Omero racconta invece che gli abitanti del lago provengono direttamente dalla distrutta città di Troia, che si stabilirono nelle coste del Lazio e con la loro civiltà ci tramandarono l’appena citato mito di fondazione del luogo.
I luoghi della Tuscia sono pregni di leggende che la avvolgono di mistero, suggestionando i visitatori che già agli albori dell’Impero Romano si avventuravano nelle selve dei Monti Cimini, barriera naturale contro qualsiasi invasore.
Il lago di Vico è in realtà il risultato di un’attività vulcanica, iniziata circa 400.000 anni fa e scaturita da diversi punti: per questo la sua caldera ha una forma "policentrica". Dopo la cessazione delle fasi vulcaniche, intorno a circa 90.000 anni fa, in seguito al riempimento mediante le piogge e le nevi delle fasi glaciali, si formò il lago come lo conosciamo oggi.
Con i suoi 507 metri s.l.m., vanta il primato di altitudine tra i grandi laghi vulcanici italiani e dal 1982 è area protetta appartenente alla Riserva naturale Lago di Vico. Dal 2016 è stato dichiarato ZPS (Zone di Protezione Speciale).
Le attività preferite dai turisti sono la balneazione e l'escursionismo. Sono anche proposti e segnalati itinerari per fare camminate e trekking. Sul versante nord-occidentale del lago è presente una rampa per il decollo di deltaplani e parapendii. È frequentata anche per l’eccellente vista sul lago, sul monte Venere e sul monte Fogliano. I paesi limitrofi sono Ronciglione, Caprarola e San Martino al Cimino.
Nel territorio si concentrano ecosistemi naturali completamente diversi tra loro, rendendolo di notevole interesse per i visitatori appassionati di natura: l'ambiente boschivo, con estesi boschi d'alto fusto di faggio e cerro, annoverano esemplari di piante plurisecolari. L'ambiente palustre, concentrato nella zona delle “Pantanacce”, formata da acquitrini, canneti e giuncheti, ospitano una grande varietà di specie di uccelli acquatici e l’ambiente lacustre ospita una ricca fauna ittica.
L'area riveste anche un elevato interesse geologico: il passato tumultuoso che ha portato alla formazione del territorio ha lasciato all'interno delle rocce minerali e cristalli, alcuni dei quali scoperti in queste zone per la prima volta, come la Vicanite e la Capranicaite.
Le colture agricole, in massima parte noccioleti, costituiscono una delle principali risorse economiche del comprensorio del Lago di Vico e un buon sistema di strade consente il periplo del Lago di Vico, così come pure la percorrenza di sentieri naturalistici, godendo sempre di stupendi paesaggi.
Il Monte Venere ) sulla cui sommità si apre la cavità vulcanica più grande della regione chiamata “Pozzo del Diavolo”, è luogo di escursioni e scavi archeologici che hanno permesso ritrovamenti di suppellettili in ceramica risalenti al neolitico, prodotti sul luogo ma anche di origini adriatiche, a dimostrare anche in tempi così remoti una rete di scambi culturali e commerciali. Questi reperti sono oggi conservati al Museo Pigorini di Roma.
Scopri la nostra proposta di passeggiata e attività sul Lago di Vico e Caprarola:
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