martedì 29 giugno 2021
Nepi deriverebbe il suo nome dalla parola etrusca Nepa, ovvero acqua. Città delle acque quindi, legata a questo elemento sin dalla sua fondazione. Il suo mito è legato a un serpente acquatico, adorato come divinità, che si palesò a Termo Larte mentre era intento a tracciare il solco del nuovo insediamento.
Un'altra interpretazione del nome la collega a una divinità mediorientale che aveva fattezze di scorpione, mettendolo in relazione con la forma dei torrenti che si snodano attorno alla città. Il rapporto che da sempre lega Nepi all'acqua è evidente, e possiamo scoprirlo ancora oggi andando a esplorare i suoi torrenti e le sue fonti d'acque ferruginose, solforose e minerali.
Le Cascate del Picchio
Un vero gioiello ambientale, un luogo fuori dal tempo ma così vicino al centro abitato: dal centro del paese passerete velocemente alle boscose vallate del torrente.
Il percorso inizia da una cascata, detta dei Cavaterra, e termina ad un’altra cascata, proprio quella del Picchio, per una durata di circa 3 ore di cammino. Durante il percorso non troverete punti di ristoro, quindi preparate il vostro zainetto con borraccia e snack.
Se non siete camminatori esperti potrete avvalervi di una guida escursionistica, ma se sceglierete di andare da soli vi consigliamo di munirvi di scarpe da trekking e bacchette, che vi agevoleranno il passaggio in alcuni tratti ripidi in discesa e in salita, e nell’attraversamento di vari guadi attraverso la natura selvaggia del sito.
Dalla fermata del bus Cortal al centro del paese e con la Rocca dei Borgia sulla destra, si prende la strada in discesa e oltrepassato l’arco, appare sulla sinistra la bellissima cascata dei Cavaterra; se parcheggerete l'auto nei pressi di Piazza dei Bersaglieri godrete di un affaccio su questa cascata, che compie uno spettacolare salto d'acqua in pieno centro storico.
Prendete la direzione "sentieri naturalistici", segnalata prima della Piazza. La strada, prima asfaltata poi sterrata costeggia le abitazioni, e arriva in pochi minuti di discesa ad un ponte in legno che attraversa il torrente. Attraversato il ponte si prosegue per un breve tratto sulla statale. Subito si trovano le indicazioni per i Cavoni.
Molto simili alle forre, queste tagliate rappresentano un’importantissima testimonianza di opere di ingegneria del popolo dei Falisci. Scavate a mano nel tufo con una profondità che raggiunge i 10 metri, fungevano da antiche vie di comunicazione nella valle dell’Agro Falisco, con il compito di eliminare il forte dislivello tra il pianoro e il fondo della valle sottostante. Per le immediate vicinanze alle necropoli, alcuni studiosi ritengono che le vie cave siano legate anche ad aspetti religiosi. Con l’avvento del Cristianesimo, furono create delle piccole nicchie con statue raffiguranti la Madonna o Cristo, che avevano la funzione di proteggere il viaggiatore durante il suo cammino.
Ma torniamo indietro sul sentiero fino al ponte, per arrivare alle Cascate del Picchio. Il percorso è un saliscendi attraverso una vegetazione che viene definita quasi amazzonica. Ci lasciamo alle spalle il bivio per la sorgente del Tasso e dopo una lunga discesa troviamo sulla nostra sinistra il primo guado. Per mezzo di una corda fissa sospesa e tenendoci alla corda camminiamo su tronchi e rocce guadando il torrente. Riprendiamo il sentiero che costeggia un altro torrente e dopo poche decine di metri troviamo il secondo guado, sempre attrezzato con una corda. Il sentiero ora prosegue in un’altra forra, che terminerà con la cascata del Picchio. Lungo il percorso arriverete a un piccolo spiazzo, attrezzato ad area picnic.
La cascata è formata da una coppia di cataratte di portata diversa ma eguali in altezza: entrambe si gettano con un salto di una quindicina di metri su una roccia di puro basalto.
Per rientrare a Nepi, basterà percorrere lo stesso sentiero a ritroso. Un’escursione divertente e molto suggestiva che potrete integrare con una visita al centro storico di Nepi, per concludere al meglio la vostra gita fuori porta!